L’autovelox serve per prevenire e non solo per fare tanti soldi
Certi ordini vanno eseguiti nel modo giusto. Non serve, in particolare lo fanno i vigili urbani, nascondere un autovelox in determinati posti dove si capisce bene che l’automobilista è in grado di superare, se pur di poco, la velocità consentita perché non c’è alcun pericolo. Anzi, rallentando c’è pericolo alla circolazione. Un esempio viene dalla statale Aurelia, ricca di limiti che variano tra 50/40/70 e 80 orari. Nei centri abitati, prendiamo Roma, i vigili sembra che facciano dei veri e propri agguati mettendo gli autovelox in situazioni dove è quasi certo che l’ignaro automobilista superi di dieci-venti orari il limite. Per loro non è importante se sia giusto o no. A loro interessa tornare alla base con un voluminoso pacchetto di multe e, quindi, con tanti soldi per il comune.
Siamo proprio un Paese dove la legalità ha un valore veramente relativo.
Anche la Corte Costituzionale parla di rapporti migliori con gli automobilisti: gli autovelox servono a prevenire e non a multare. I tutori dell’ordine debbono adottare tutti gli accorgimenti previsti in maniera chiara e trasparente. Debbono incutere nell’automobilista un senso di pericolo, ma laddove c’è questo presupposto, per far sì che questi rallenti. Insomma, l’autovelox va posto dove c’è pericolo e si vuol far rallentare la velocità, perché questo è l’obiettivo che la legge pone. La prevenzione prima della multa e non viceversa.
Anche il presidente dell’Aci (Automobil club d’Italia), Angelo Sticchi Damiani, evidenzia che “l’apparato sia ben visibile, di giorno e di notte, e che i cartelli di preavviso siano posizionati in maniera efficace e non per il 90 % inutili. Anche se soffriranno le entrate degli Enti locali e dello Stato, con un minore aggravio di lavoro per i giudici di pace, gli automobilisti troveranno più convincente andare più piano”.